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Definiamo l'autoconsumo. Un utente autoconsuma energia

prodotta dal proprio impianto quando l’energia prodotta viene utilizzata direttamente, passando “dal tetto” alla “rete domestica”, senza passare dalla rete. L’energia prodotta viene, in questo caso, utilizzata nel momento stesso sua produzione o, nel caso di un sistema con accumulo fotovoltaico, viene stoccata nelle batterie per essere utilizzata in seguito. L’utilizzo di batterie è comunque “autoconsumo”, ma, anzichè essere un “autoconsumo istantaneo” è “autoconsumo differito”. Autoconsumare “in loco” l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico comporta una serie di vantaggi economici innanzitutto. Vantaggi che si traducono in un immediato risparmio in bolletta che in alcuni periodi dell’anno, sfruttando un autoconsumo intelligente, è possibile ridurre le bollette anche del 80-90 per cento. Ed il resto dell’energia prodotta? Se non sei in possesso di un sistema di accumulo (storage) tutta la parte di energia non autoconsumata viene immessa in rete per essere valorizzata con lo scambio sul posto. Se invece hai un sistema di accumulo la tua “sovrapproduzione” non autoconsumata viene immagazzinata per essere disponibile quando meglio credi.
Accumulare l’energia prodotta e non autoconsumata subito significa risparmiare ed aumentare la propria indipendenza
Con un accumulatore è possibile arrivare, in alcune situazioni, ad azzerare completamente le bollette. Ovviamente non si tratta di un obbiettivo facile da raggiungere, vista le forte intermittenza produttiva della fonte solare, ma in determinati periodi dell’anno con un minimo accumulo è possibile ottenere delle bollette “a saldo zero”. Ottimizzando l’autoconsumo, infatti, si avrà la possibilità di ridurre drasticamente i prelievi dalla rete e quindi l’acquisto di energia dal proprio operatore. 
Quindi autoconsumare significa non prelevare e pertanto significa evitare di pagare tutti i balzelli. (con somma soddisfazione… tra l’altro!). Come è ovvio quindi, l’energia acquistata dalla rete e pagata in bolletta, risulta molto più onerosa di quella auto prodotta ed inoltre (sempre per tutti quei balzelli), ha un costo molto maggiore del valore assegnato all’energia immessa in rete.
L’energia che non viene autoconsumata, infatti, viene immessa in rete e viene comunque “pagata” dal gestore di rete. Il valore assegnatole, però, è inferiore al prezzo dello stesso quantitativo acquistato dalla rete. L’esempio che faccio sempre ai miei clienti è quello della banca. Se metti 10.000 Franchi in banca, gli interessi che ti vengono riconosciuti sono ridicoli (0,6-1,2%). Se però i 10.000 Franchi li chiedi, ecco che allora il discorso cambia ed il tasso può arrivare al 10%. Per l’immissione ed il prelievo di energia è il medesimo principio.
Quindi per ottimizzare l’autoconsumo devo cercare di:
progettare e realizzare  il mio impianto affinché copra i miei consumi partendo dalle esigenze e delle abitudini mie e della mia famiglia
capire come posso utilizzare meglio l’energia in eccesso prima di accumularla o cederla (es: produrre acqua calda, riscaldamento)
adeguare il più possibile i picchi di consumo (qualora siano cambiate le abitudini rispetto allo studio iniziale del primo punto o qualora siano migliorabili) alla disponibilità di sole (e quindi di energia gratuita)
domotizzare casa (in modo che gli elettrodomestici funzionino quando la produzione è massima)
accumulare l’energia prodotta ma non autoconsumata per utilizzarla la sera, la notte, quando c’è maltempo
immettere in rete l’ulteriore energia eventualmente in eccesso per utilizzarla nei periodi di minore produzione dove neanche l’accumulo può rendermi autosufficiente (es inverno) sfruttando lo scambio sul posto
Come avrai capito acquistare il corretto impianto fotovoltaico, adattarlo ad un’abitazione, renderlo compatibile ed efficiente con gli impianti esistenti (es riscaldamento) è un’operazione delicata. Una approfondita e corretta consulenza è la base sulla quale costruire trent’anni di risparmio e di ecologia.
 

 

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